Nonostante l’esistenza di un noto testo che reca lo stesso titolo sembra dire il contrario (L. Mumford: Tecnica e cultura) l’associazione della tecnica alla cultura viene ancora giudicata arbitraria se non contraddittoria e guardata con sospetto, visto che secondo l’opinione corrente la prima, strettamente intesa, riguarderebbe la conoscenza teorica e sperimentale di possibilità operative inerenti gli strumenti di cui ci serviamo per realizzare quelle utilità che agevolano la vita, e la seconda, un’attività volta alla conquista di una conoscenza disinteressata e per il solo fine di una maggiore coscienza di sé e del proprio tempo. Tuttavia, l’opposizione ha origine, piuttosto che nella realtà delle cose, nelle distinte ideologie sotto cui sono guardate queste due attività umane perché nella trasformazione delle possibilità tecniche in effetti utili a soddisfare bisogni, processo che si compie per mezzo del lavoro sociale in tutte le sue forme, occorre pure conoscere questi bisogni, nonché coloro che li provano e si associano per esaudirli col lavoro o lo scambio, risolvendosi il tutto in conoscenze di ordine sociale, relazionali nelle sostanza. La tecnica, invece di condurre la poca intelligente vita di repertorio di strumenti, andrebbe piuttosto vista come parte di un più ampio sistema di rapporti che a buon diritto può essere definito cultura nel senso più ampio.
TECNICA E CULTURA è quindi il nome di un’associazione che intende valorizzare un’idea moderna di lavoro fondata sulla conoscenza di mezzi tecnici al servizio di scopi pratici,i primi e i secondi unificati nella comunicazione. Riteniamo infatti che i due requisiti non siano dissociabili o in contraddizione ma che, indispensabili per definire il lavoro intellettuale, possano concorrere a qualificare ogni genere di lavoro nella società industriale. Come è dato osservare, nel lavoro moderno la competenza risulta dalla sintesi di conoscenze operative e formali di natura specialistica con la capacità di servirsene nelle condizioni di fatto in cui si è chiamati ad operare, il che vuol dire conoscenza di interessi e scopi oltre che di condizioni oggettive. In questa ottica, si tratta di dare forma a un NUOVO ORGANO in cui i mezzi della TECNICA, operativi e strumentali, si integrino e completino con quelli della COMUNICAZIONE, relazionali e umanistici nell’essenza.
Come si mostrerà in altri lavori pubblicati sulla rivista il MERITO e nei libri elencati,la nostra idea di lavoro incardinata nella tradizione culturale e sociale del popolo italiano nonché nelle condizioni economiche e di vita delle moderne società composte da una popolazione mediamente istruita,o comunque con un livello di istruzione certamente superiore a quella di ogni altra epoca del passato, ma spesso limitata nelle sue aspirazioni e capacità d’azione per la condizione di incomunicabilità reciproca tra le conoscenze professionali di natura specialistica nonché tra queste e gli interessi e scopi delle persone.
Il sito, dopo la pagina iniziale intesa a dare una descrizione generale dell’argomento, presenta una serie di altre sezioni in cui sono affrontate questioni di maggiore attualità inerenti alla sintesi tra la dimensione strumentale e quella relazionale(un vero NUOVO ORAGANO), quali la TECNOLOGIA, l’ORGANIZZAZIONE, la FORMAZIONE SCIENTIFICA, l’EDUCAZIONE TECNICA e altrettali tutte viste in relazione al nostro assunto principale: quello di un lavoro concepito non come applicazione di competenze specialistiche sotto la guida di altri, bensì in una sintesi che trova nella competenza professionale e nella COMUNICAZIONE il senso di una comunità che definisce da sé i propri scopi e si organizza autonomamente per conseguirli.
La proposta è aperta ai suggerimenti e ai contributi di tutti. La rivista intitolata “il MERITO” pubblicherà quelli ritenuti più interessanti. Ulteriori riferimenti si potranno trovare accedendo al sito
http://www.umanesimopopolare.org
oppure: www.forumdegliitaliani.org
Per il comitato direttivo: E. Petaccia, tel:348 1621765
E mail: Emidio.Petaccia@gmail.com
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